Se c’è una cosa che gli STATI UNITI riescono a fare meglio di noi europei è redigere le normative sui cosmetici. Sono più attente, precise, scrupolose e rigide delle nostre. Prendendo spunto dalle politiche americane sui solari ecco quali sono i fattori più importanti da valutare quando si sceglie una crema solare:
PROTEZIONE UVA
La Food and Drug Administration, l’ente governativo americano che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha stilato per esempio delle normative molto serie sui solari. Le creme solari migliori sono per gli Stati Uniti sono le composizioni che contengono obbligatoriamente una protezione nei confronti dei raggi Uvb (indicata con SPF) e una nei confronti dei raggi Uva (indicata con PA e una serie di + a seconda del grado di protezione). Mentre i primi agiscono sulla superficie della pelle e sono la principale causa di eritemi, scottature, macchie e lentiggini, i raggi Uva sono i più pericolosi. Non lasciano segni sulla pelle ma riescono a penetrarvi in profondità incrementando i livelli di ossidazione dell’organismo, l’invecchiamento precoce e il rischio di melanoma. Ecco perché le creme solari migliori sono quelle che offrono una protezione ad ampio spettro, nei confronti dei raggi Uvb e Uva. Ecco perché negli Stati Uniti, proprio per la loro capacità di prevenire il cancro, questi cosmetici non sono più ritenuti cosmetici ma farmaci da banco (otc). Gli altri solari, quelli che offrono una protezione solo nei confronti dei raggi Uvb, devono obbligatoriamente riportare sull’etichetta che non sono in grado di difendere con le loro formule dal rischio di cancro e di invecchiamento precoce (avvertimento simile a quello che si legge sulle confezioni di sigarette).
In EUROPA, dove ancora la cultura della protezione solare non è così diffusa come negli Stati Uniti e in Australia (specialmente nei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo), la Colipa, l’ente che si occupa di regolamentare cosmetici e profumi, ritiene che per essere segnalata sul flacone la protezione nei confronti dei raggi Uva (indicata con la scritta UVA cerchiata) debba essere almeno un terzo di quella Uvb, ma nessuna indicazione/avvertimento riguardo i rischi per la salute sono obbligatori se viene meno.
FILTRI FISICI NANOMETRICI
Starne alla larga. Benché siano una conquista della tecnologia medica/cosmetica i filtri fisici micronizzati, anzi nanometrici, riescono per la loro dimensione a penetrare all’interno della pelle, ad entrare in circolazione nell’organismo. Studi medici hanno scoperto depositi di polvere di filtri nanometrici all’interno degli organi. Che danni possono provocare non si sa. Ma meglio evitare questi depositi. Le creme solari migliori sono quelle che fanno a meno di questi filtri. Per essere sicuri che non vengano utilizzati basta guardare l’INCI, dove a partire dal 2013, gli ingredienti nanometrici devono essere per legge segnalati.
TEST USA E EUROPA
Le creme solari migliori infine sono quelle che sono state sottoposte oltre ai test previsti dalla normativa europea anche a quelli previsti dalla FDA americana. Che al momento, secondo i chimici e cosmetologi, sono più approfonditi e rigidi. Per esempio la stessa crema testata nei due Paesi dà differenti risultati. La protezione Spf 30 accertata negli Stati Uniti corrisponde a un Spf 40 in Europa.
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