Quali segreti ingredienti contiene una crema? Basta leggere l’Inci, International Nomenclature of Cosmetic Ingredients per scoprirlo. L’etichetta però, compendio di informazioni preziose, risulta a una prima lettura praticamente incomprensibile. Ecco come tradurre l’Inpgi in un chiaro sommario, utile per chiunque si appresti a consumare un cosmetico.
L’ingrediente primo della lista è quello presente in percentuali più alte. Seguono gli altri, in ordine decrescente. Quelli al di sotto dell’un per cento sono scritti in ordine sparso.
NOMI IN LATINO. Grande famiglia usata per indicare l’acqua – in una crema può costituire fino al 50 per cento della formula – e le molecole botaniche. Il nome botanico (vedi classificazione scientifica delle piante del naturalista Linneo, 1735) è seguito da un termine inglese che indica la parte della pianta usata nel cosmetico. Per esempio: vitis vinifera seed oil indica l’olio di semi di vite rossa.
NOMI IN INGLESE. Sono i principi attivi di sintesi, ovvero quelli che hanno subito un processo chimico. Rientrano in questo gruppo: vitamine (retinyl, tocopherol), proteine, acido ialuronico (hyaluronic acid). Se sono nano particelle (diametro tra i 2 e i 200 nanometri) sono seguiti dal termine ‘nano’ tra parentesi.
CORPI GRASSI. Il più delle volte è il suffisso ‘one’ al termine della parola a indicarli. Es. silicone, dimeticone, meticone etc. Esistono però delle eccezioni come la paraffina scritta con termine latino paraffinum liquidum.
CONSERVANTI. Di primaria importanza per la conservazione di un cosmetico, non sono facili da indentificare. Tra quelli autorizzati dalla Commissione Europea i più usati sono i parabeni (paraben) e i suoi derivati a catena corta (methylparaben) o lunga (ethylparaben, propylparaben etc.), i benzoati di sodio, ammonio e potassio.
COLORANTI. Facili da riconoscere perché è un numero che li rappresenta preceduto dalla sigla CI, secondo il Colour Index International, l’indice dei coloranti. Il giallo tramonto è CI15985, il violetto CI60730, l’argento CI 77820.
PROFUMI. La parola ‘parfum’, a volte seguita o preceduta dalla sua traduzione in inglese ‘fragrance’ indica la presenza di odori di origine naturale o sintetica. L’etichetta deve contenere anche i nomi in inglese dei profumi allergizzanti come il geraniolo (gerianol), il limonene (limonene) e la cumarina (coumarin).
Fotografia di Lorenzo “logu” Guasti - www.logu.it
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