Maggio per Chanel è il mese dedicato al N°5 e alla rosa di maggio, la cui raccolta a Grasse è iniziata in questi giorni. Quest’anno si lavora con distanziamento e mascherine, ma la fioritura e il profumo delle rose sono sempre meravigliosi.
Quando nel 1921 Mademoiselle Coco Chanel gli chiede di creare il futuro N. 5 (“Voglio un profumo di donna, dal profumo di donna”), Ernest Beaux immagina un’architettura olfattiva senza precedenti. Un bouquet di 80 componenti le cui note (rosa di maggio, gelsomino, ylang ylang, sandalo…) si mescolano per la prima volta nella storia con le aldeidi in grandi proporzioni, che sublimano la fragranza e proiettano la profumeria nell’era moderna. Il nome non è poetico, come tutti i profumi precedenti, ma è un numero: 5. Forse riferimento al quinto campione prodotto o forse al segno zodiacale del Leone, a cui apparteneva Gabrielle Chanel appassionata di astrologia, scelto come portafortuna e come data di presentazione delle sue collezioni spesso fissate il 5 febbraio e il 5 agosto. Il successo di questo ambasciatore olfattivo di Chanel nel mondo, sin dalla sua creazione quasi 100 anni fa, non ha mai vacillato.
Merito anche delle sue origini geografiche: nasce infatti a Grasse, una cittadina della Costa Azzurra, centro della profumeria francese dal 17° secolo. Qui Chanel dal 1987, contribuisce attivamente alla sostenibilità della coltivazione del gelsomino e della rosa, dell’iris, del geranio, della tuberosa. Cinque raccolti eccezionali, riservati esclusivamente alle fragranze della Maison. La collaborazione, voluta nel 1984 da Jacques Polge, naso profumiere della Maison, che nel 2014 ha ceduto le chiavi del Laboratorio Parfums al figlio, Olivier, qui sotto nella foto) con il maggior produttore di fiori della zona, la famiglia Mul, mantiene sempre costanti sia la qualità olfattiva sia la quantità di fiori necessari.
Dal 1988, viene creata proprio in mezzo ai campi una piccola fabbrica in cui vengono trattati i fiori freschi man mano che vengono raccolti, così da mantenere tutta la loro quintessenza prima che svanisca. Unità di produzione e trasformazione, è anche un laboratorio dove viene testata e migliorata la resa olfattiva di ogni raccolto.
Ed ecco come avviene la raccolta della rosa di maggio a Grasse (per capire il grande lavoro che c’è dentro una boccetta di profumo)
1. Una corsa si svolge ogni mattina per raccogliere, nel mese di maggio, le famose rose dai petali delicati.
Per 3 settimane, coppie di raccoglitrici riempiono i grembiuli dei fiori appena sbocciati. I fiori vengono poi maneggiati con delicatezza e smistati nei sacchi, facendo attenzione a non premere sulle loro fragili corolle.
2. la pesata
Una volta giunti nella fabbrica tra i campi, i sacchi vengono pesati prima che i fiori appassiscano e vengano trattati. La corsa contro il tempo continua.
3. l’estrazione
Una volta pesati, i fiori vengono distribuiti su 5 piatti forati, impilati gli uni sugli altri. Vengono poi sottoposti a 3 bagni con un solvente, leggermente mescolato e portato ad alte temperature. In questo modo il solvente si carica di principi odorosi, trasformando l’odore in profumo.
4. la concreta
La concreta è la cera derivante dall’estrazione dei fiori con solventi. Viene conservata meticolosamente.
5. l’assoluta
la concreta viene trasformata in assoluta, un liquido utilizzato nelle formule dell’Extrait del N°5 di CHANEL.
I Numeri
1 kg di rose equivale a 350 fiori
Ogni persona raccoglie 5 kg di fiori all’ora
Sono 50.000 le piante di rosa coltivate
Ogni estrattore contiene 250 kg di fiori
Per ottenere 1 kg di concreta occorrono 400 kg di rose
1 kg di concreta produce 600 g di assoluta di rosa
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