Gli estratti di mais, grano, patate, polpa di legno e uva (un solvente naturale) funzionano. Gli smalti eco di Kure Bazaar – provati ieri sulle mie unghie in occasione di Pitti Fragranze edizione 2013 – non scendono a compromessi.
Privi di toluene, formaldeide e altre sostanze derivate dal petrolio, gli smalti della linea Kure Bazaar sono composti fino all’85 per cento di ingredienti naturali. Eppure dalle loro formule ecologiche e non toxic si ottengono prestazioni cosmetiche elevate. A cominciare dalla stesura, svelta e senza grumi; dalla brillantezza del colore e dalla tenuta resistente ai graffi. L’unica differenza è nei tempi di asciugatura: occorrono 15 minuti prima che la lacca si fissi per bene. Il risultato però vale l’attesa.
La storia. Gli smalti Kure Bazaar nascono da un’idea della modella Kartika Luyet e del suo amico Christian David. Le incinta, si è rivolta a lui, attuale nail artist del brand, per creare delle lacche per le unghie atossiche da stendere tranquillamente anche durante i nove mesi di attesa. Lui ci ha messo due anni per mettere a punta la formula ma alla fine sono nati gli smalti di Kure Bazaar (da cure, curare/conservare/risanare con la k di Kartika).
Il termine bazaar è, invece, usato per indicare la grande scelta di colori della linea: 47 tinte in sintonia con le nuove tendenze della moda + 9 nuovi nuances, appena lanciate, che fanno parte della collezione autunno/inverno 2013-14 (vedi l’intera gamma esposta a Pitti Fragranze).
La linea Kure Bazaar è composta anche di basi e top coat. E di una tinta lattescente (che perfeziona la lamina dell’unghia senza colorarla). Ideale anche per gli uomini.
Gli smalti sono in vendita nei concept store e nelle profumerie selezionate (18 euro).
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